Psicoriflessioni semiserie per uscire mentalmente sani dall’epidemia
Eccoci. Ci siamo. Improvvisamente un’epidemia globale diventa il fantasma semi reale che mette in ginocchio mezzo pianeta.
E, come sempre accade durante le grandi crisi, dalle crepe fuoriescono senza maschere le fragilità di una nazione.
Allo sbando una società che non sa più credere nelle istituzioni, che non si riconosce e non si fida di chi la rappresenta.
Per cui si divide in fazioni, anche piuttosto aggressive tra di loro:
I negazionisti (vittime inconsapevoli di uno dei più arcaici meccanismi di difesa) che “è tutto uno sproloquio, un branco di incompetenti che ferma il mondo per sfuggire a un raffreddore”; in ogni azienda, in ogni scuola e in ogni gruppo watsapp di genitori che si rispetti se ne trova almeno uno il quale, se disgraziatamente ha qualche timida abilità di leadership, porta con sé una più o meno consistente fetta di seguaci che tentano il boicottaggio di ogni operazione preventiva.
I complottisti che, con tratti riconducibili a un disturbo paranoide di personalità, sprovvisti di una sana capacità di giudizio, travisano qualsiasi iniziativa istituzionale in maniera persecutoria e antagonista, scagliandosi violentemente contro chiunque osi esprimere un pensiero diverso dal proprio.
Gli indifferenti i quali, dotati di una forte dose di fatalismo, si appellano alla dea fortuna che, in una logica che noi psicologi definiamo di “pensiero magico”, deciderà della loro sorte, vivendo come se nulla fosse, liberi da precauzioni e strategie di prevenzione, in barba alle raccomandazioni ministeriali.
Gli ansiosissimi , pronti a troncare qualsiasi legame di amicizia, amore o parentela con chiunque abbia avuto una qualsiasi forma di vita socio-relazionale negli ultimi mesi o sfiorato disgraziatamente il lombardo-veneto anche solo per aver sbagliato strada.
Tra il serio e il faceto tocca a noi ora tirare le complesse conclusioni.
Dove trovare, dunque, strumenti e mezzi interiori utili per fronteggiare in maniera funzionale e costruttiva tale inaspettata e inquietante emergenza?
Proviamo a rispondere fornendo alcuni consigli utili:
Attenzione a salvaguardare i rapporti umani; non permettiamo che il covid 19, oltre ai nostri polmoni, infetti anche i nostri riferimenti sociali, familiari e amicali
Ascoltiamo regolarmente le indicazioni fornite dagli esperti reali che sono solitamente citati dalle maggiori e più autorevoli testate giornalistiche e seguiti dalle Istituzioni pubbliche e orientiamo le scelte e le azioni quotidiane di questo periodo in maniera coerente (scuole chiuse ma palestre aperte???)
Mettiamo in pratica con assiduità e accortezza i consigli elargiti generosamente nelle ultime settimane dagli esperti: distanza di sicurezza, evitamento del contatto fisico, fazzoletti monouso, lavaggio frequentissimo delle mani, la pulizia ricorrente delle superfici condivise con liquidi disinfettanti, mascherine se è obbligatorio il contatto ravvicinato,
evitamento dei luoghi affollati.
Se ci verrà il raffreddore abbandoneremo le consuete eroiche abitudini del lavoratore medio contemporaneo e staremo a casa per un po’.
Faremo calde telefonate e utili calls conference per mantenere efficaci relazioni professionali e affettive. Faremo sorrisi, racconteremo storielle divertenti per alleggerire l’atmosfera e spezzare le tensioni.
Ci sentiremo uniti e complici, forti della consapevolezza che una strategia solida e condivisa sarà vincente.
Leggeremo libri e guarderemo film piacevoli per ingannare il tempo libero.
Troveremo ristoro in tiepide passeggiate nella natura (anche sotto la pioggia, basta coprirsi).
Ascolteremo buona musica.
Staremo accorti con bambini e ragazzi, avendo sempre la premura di spiegare loro la situazione in maniera sufficientemente realistica, ma anche delicata e incoraggiante.
Occorrono necessariamente fiducia, calma e un po’ di ottimismo per il futuro. Rimuginio e tormento non ci faranno uscire prima da questa sospensione forzata.
Panico e rabbia non possono mai essere alla guida di gran parte della popolazione. Dobbiamo imparare a regolarli e contenerli diminuendone l’intensità, come facciamo regolarmente con la febbre alta. Solo in questo modo le nostre funzioni cognitive torneranno a essere sufficientemente integre, come avviene di solito negli adulti equilibrati, e di conseguenza saremo capaci di traghettarci fuori da questa complessa e faticosa avventura, uscendone forse più forti e più capaci.