INFORMAZIONI E INDICAZIONI PRATICHE PER LA PREVENZIONE DELLA SALUTE PSICHICA A SEGUITO DELL’EPIDEMIA DI COVID-19.
Da poco più di una settimana ci troviamo a fare i conti con un fenomeno che nessun vivente può affermare di avere conosciuto in maniera diretta prima d’ora: l’avvento travolgente e furioso di una pandemia dai contorni misteriosi e dai tratti aggressivi per la salute dell’uomo e di intere comunità.
Lunghissimo e doloroso l’elenco delle conseguenze cliniche, affettive, sociali ed economiche che un fatto di queste proporzioni inevitabilmente porta con sé.
Inquietanti e incerte le ricadute che incombono sul terzo settore, costretto a chiudere i battenti dall’oggi al domani fino a data da destinarsi.
E’ evidente che un evento imprevedibile e incontrollabile si sia abbattuto su uno dei valori che la stessa Costituzione reputa tra i principali fondamenti di una vita e di una civiltà: il lavoro.
Il lavoro che dà senso e significato all’esistenza, che definisce l’identità, “chi sei e cosa sei chiamato a fare nel mondo”; lo strumento principe attraverso cui soddisfare buona parte dei bisogni primari dell’uomo, quali il bisogno di sicurezza e di realizzazione personale e che è necessario per attribuire dignità alla propria vita e a quella della propria famiglia.
Insomma, in questa fetta di Italia operosa per cultura, ma che negli ultimi anni versa in condizioni piuttosto difficili, ci si sente davvero colpiti al cuore; inoltre, le caratteristiche di imprevedibilità e perdita di controllo correlate a tale condizione, costituiscono fattori di rischio perchè si instaurino disturbi psichici post-traumatici, con tutte le conseguenze del caso.
Si sono spese molte parole, più o meno poetiche, per sostenerci vicendevolmente nell’affrontare questo periodo oscuro dalla durata incerta.
Io vorrei aggiungerne alcune, sintetiche, ma spero chiare e utili ai fini pratici, che possano orientare in queste giornate difficili.
La prima cosa di cui dobbiamo occuparci per poter affrontare il terremoto senza macerie che si è abbattuto nelle nostre vite è la salute, intesa naturalmente in senso corporeo e ed emotivo e questo va oltre ogni retorica.
Dovremo fronteggiare complessità, gestire problematiche, trovare soluzioni.
Ci occorreranno volontà e creatività.
Per farcela dovremo essere energici e in equilibrio.
Come? In questi giorni tormentati si fa i conti con la paura, lo scoramento, la rabbia.
Ricordiamo che si tratta di emozioni e reazioni assolutamente normali in una condizione improvvisa e allarmante come quella che stiamo vivendo; tuttavia è importante che ognuno di noi abbia la possibilità di riconoscerle, gestirle e regolarle per evitare il rischio che, intensificandosi, vadano a interferire con le funzioni deputate alla concentrazione, alla memoria e al pensiero razionale, invalidandole.
Qualora non riuscissimo in questa pratica, ci troveremmo a osservarne in fretta gli effetti collaterali: ansia e panico, inappetenza o abbuffate, insonnia, abuso di sostanze (come alcol e farmaci), disturbi gastro-intestinali, ipocondria, conflittualità, pensieri intrusivi negativi e distruttivi rispetto al futuro.
Di fronte alla percezione di impotenza che una situazione che sfugge totalmente alla propria volontà può oltremodo generare, la strada più saggia da intraprendere è la cura di sé in senso pratico e affettivo, ponendoci nelle condizioni più favorevoli possibili per fronteggiare l’emergenza.
Quando si avverte la sensazione di non farcela è fondamentale chiedere aiuto, individuare luoghi e spazi affettivi sufficientemente solidi da costituire un appoggio, un luogo di accoglienza e di condivisione in cui sentirsi supportati e capiti.
Se una condizione del genere non è disponibile, soddisfacente o sufficiente è assolutamente consigliabile rivolgersi a uno specialista: una consulenza può permettere di capire e di procurarsi ciò che è necessario per poter superare questo periodo.
La storia magistralmente ci insegna che dopo ogni crisi arrivano i migliori cambiamenti e questo non va mai dimenticato, neppure nei momenti più tragici della propria esistenza.
Per concludere riporto un breve brano tratto dallo splendido reportage di Mario Calabresi del 2009, “La fortuna non esiste”, che consiglio vivamente di leggere come saggio compagno nel tortuoso percorso che stiamo affrontando e che recita testualmente:
“ci vuole resistenza, questa è una crisi lunga e profonda come non ne abbiamo mai viste, e allora penso alla generazione che ha vissuto la Grande Depressione e si è vaccinata da giovane contro lo sconforto. Penso di nuovo a mia nonna, la bambina che nacque due volte, e quando le parlo al telefono delle storie che ho incontrato nel mio viaggio americano le viene una voce squillante e piena di vita: “E’ quello l’unico segreto: ci vuole il coraggio di ripartire e di non farsi mai abbattere. La fortuna non esiste, la costruiamo noi ogni giorno”.
E asciugate le lacrime e leccate le ferite, torneremo anche noi, a testa alta, a costruire le nostre fortune.